giovedì 12 luglio 2012

LA TENACIA DI UNA MADRE SCONGIURA LA “MORTE CEREBRALE” DEL FIGLIO

LEGA NAZIONALE CONTRO 
LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
24121 BERGAMO Pass. Canonici Lateranensi, 22
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nata nel 1985
COMUNICATO STAMPA
ANNO XXVIII – n. 13
9 Luglio 2012

LA TENACIA DI UNA MADRE
SCONGIURA LA “MORTE CEREBRALE” DEL FIGLIO

 
L'esperienza sotto riportata dimostra una volta ancora che in caso di ricovero in ospedale o clinica, per qualsiasi tipo di incidente, intervento o cura, va consegnata immediatamente l'opposizione all'espianto di organi, tessuti e cellule  (per esempio la Carta-Vita da noi emessa).
La determinazione dei familiari nel pretendere che tale opposizione sia scritta anche nella cartella clinica e nei moduli di consenso informato è fondamentale per la salvezza del malato e per contrastare la mentalità utilitaristica di molti medici, legati agli interessi della trapiantistica.
Questa madre ci insegna che bisogna stare sempre in ospedale al capezzale del malato.

Buongiorno, 
mio nipote trentenne ha subito un pauroso incidente d'auto. Aveva molte fratture in tutto il corpo, orbita dell'occhio, naso, denti rotti, omero, compressione toracica, collasso renale, frattura del bacino, entrambe le caviglie, tibia e perone dx e sx, aveva perso conoscenza ed è rimasto diverse ore sulla barella dell'ambulanza privo di cure ed assistenza. 
E' vivo grazie solo al tempestivo intervento della madre che da Roma si è precipitata all'ospedale dove lo avevano trasportato, ha minacciato di chiamare i carabinieri se i medici non fossero intervenuti immediatamente, ha detto chiaramente che se anche il ragazzo fosse 'morto' lei non avrebbe autorizzato nessun espianto.
E' rimasta in ospedale 24 ore su 24. Quando potevo andavo a darle il cambio affinché potesse farsi una doccia etc etc. Finché mio nipote non ha ripreso conoscenza è rimasta a vigilare... 20 giorni di coma, ma ora è vivo ed anche se soffre ancora dei postumi delle fratture su cui non sono intervenuti per tempo, devo dire che conduce una vita normale. Credo che Massimiliano sia vivo solo grazie all'intervento della madre che con tenacia lo ha difeso da 'morte cerebrale'.
Ancora grazie a voi tutti.
Tiziana P.”

Tutti noi ragazzi/e vorremmo avere una madre che, al di là degli accudimenti quotidiani di alimentazione ed educazione, sappia difenderci e difendersi dalle aggressioni e pressioni dei medici e delle istituzioni sanitarie, che esprimono la loro “pelosa umanità” scegliendo chi curare e chi espiantare.
Ma ci sono anche madri che accerchiate dagli artifici predatori dei manipolatori sanitari, nel momento più tragico della loro vita soccombono, perdendo la forza che la natura riserva solo ad una madre. Quindi noi ragazzi/e, a nome dei minori privati dei diritti personali, rivendichiamo una legge che vieti la donazione di organi, tessuti e cellule fino ai 18 anni, perché i minori non sono proprietà né dello Stato, né dei genitori, ma appartengono a sé stessi e hanno il diritto di non essere torturati.

Comitato Giovani
Matteo Ciarimboli
Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
Presidente
Nerina Negrello


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1 commento:

  1. In reparto, al primo anno del tirocinio (infermieristica, non medicina) ci hanno spiegato, tra le altre cose, come funziona l'iter di dichiarazione di decesso. L'occasione concreta avvenne quando l'infermiera del turno del mattino si accorse che un'anziana paziente era morta nel sonno. Senza fretta, dopo avere sistemato le altre degenti, giro delle pressioni e via dicendo, è stato chiamato il medico per firmare il certificato di morte. Alla pz è stato applicato l'apparecchio per l'ECG, e trascorsi i venti minuti di ECG piatto (cuore fermo, neppure fibrillazione)ovviamente al cervello non arriva sangue ossigenato se il cuore non ce lo pompa, se i polmoni sono fermi, la pz è stata ufficialmente dichiarata morta. Sul certificato il medico ha scritto: "sospetta emobolia". Nessuna autopsia richiesta o ritenuta necessaria, aveva più di 80 anni, ovviamente non ha donato un fico secco, vista l'età, manco le cornee le hanno preso. Secondo la nurse del mattino, la pz arrivata il giorno prima vigilante dal PS è morta per peritonite fulminante non trattata con antibiotici o forse non hanno funzionati, ormai...
    Scrivo questo per dire che è inammissibile che un pz giovane con politrauma rimanga abbandonato in barella in quelle condizioni, è un codice rosso, non ho mai visto roba del genere in PS, io parlo dell'ospedale di Padova in particolare, ma neppure a Trento e Venezia ho visto roba simile. Inoltre il certificato di morte va stilato secondo procedure specifiche, non è che una diagnosi di morte cerebrale la si fa così come se niente fosse... prima di staccare le macchine in genere si valuta bene, certo i medici non sono infallibili. E' vero quel che dici sulla trapiantistica, ma mettiti nei panni dei pz e delle loro famiglie, che sono in attesa che arrivi un rene, un fegato, un pancreas... non penso che vietare il trapianto d'organi servirebbe, anzi, i morti aumenterebbero. Il caso da te riportato è un caso limite, in genere gli organi vengono espiantati da gente che è proprio morta, cioè le cellule del cervello sono morte e i neuroni morti non si rigenerano: il cervello è irrimediabilmente rovinato, deteriorato, danneggiato, inservibile, la funzionalità organica non è più in suo controllo, coscienza e pensiero si sono spenti.

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