martedì 11 settembre 2012

"QUESTA PSEUDO DEMOCRAZIA PIGLIA PER IL CULO TUTTI"



Parlerò di politica, ovvero di quella cosa che, direttamente o di rimbalzo, entra nella nostra sfera personale dalla mattina alla sera; troppi oggi, stufi di delusioni, fanno come gli struzzi. Lo so anch'io, fa schifo. Tante cose fanno schifo seppure non quanto la politica italiana, eppure devono esistere. Bisogna trattarle nel modo migliore. Tutto qui. Per questo sono stati inventati i sanitari. 

La politica è quella cosa che ti fa andare in guerra nella media della storia umana all'incirca ogni 20 anni ad ammazzare per non essere ammazzato da qualcuno che a sua volta è lì per le stesse ragioni. La politica è raccontare che quest'anno o quell'altro l'inflazione ti ha mangiato “solo” il 2 per cento dei tuoi ormai vani risparmi per poterti curare se ti ammali o per inseguire il sogno ormai astrale di farti la casetta, mentre tu lo sai benissimo, è almeno 5 volte tanto. La politica è regalare la fatica di chi sudando ha prodotto beni e servizi ad altri che hanno sudato molto meno o niente affatto. La politica è stata fin'ora mantenere poveri i poveri perché è chiaro ai pochi che solo chi altrimenti muore di fame si lascia imporre in cambio una paga da un quid appena oltre la soglia della fame in cambio del suo duro lavoro. 

La politica è costringerti a startene a casa davanti alla TV a scegliere fra uno dei tantissimi programmi scelti apposta da una minuscola minoranza che non desidera che i suoi sudditi capiscano cos'è la politica. Questa politica è non dire mai la verità oppure dirla quando ormai non serve più ed usarla comunque per proporti di inseguire una successiva bugia... La politica è queste e tante altre cose. Non si può, non si deve starne fuori. Non si può continuare a lasciarsi illudere che consista nell'andare a votare ogni tot anni questo o quell'altro feticcio.

In questo libro cercherò di parlare di queste cose e di come far sì che la politica non sia più una cosa così schifosa.
Salvo, talvolta, irrinunciabili eccezioni introduttive, lo farò in modo pragmatico e minimalista. Sono convinto che i grandi ideali - la storia sembra darmi ragione - siano cose bellissime ma troppo forti ed abbaglianti. Dietro alla loro beltà, chi sa farlo, ha mezzi e convenienza, può dedicarsi a manipolare la gente, dargli briciole e lotterie, veline ed oroscopi in vece di lecite speranze e quello che gli spetta, trasformare i diritti fondamentali in illusioni, distrarla dall'attualità e dalle cose reali, addormentarla e far in modo che non si risvegli più oppure che quando si risveglia si accorga che il mondo è cambiato, in peggio e senza di lei.

Intendo che, se la maggioranza, non solo i suoi rappresentanti politici, trovasse il modo di fare i suoi interessi di lungo periodo tante se non tutte le cose che non funzionano nel nostro Paese ed anche nel mondo intero comincerebbero ad andare meglio.
Scriverò del vivere insieme nel migliore dei modi, quindi di democrazia, di quella che ci viene pubblicizzata ogni giorno da chi vuol farci credere che esiste già ed alla fine di un'altra democrazia, quella vera, fatta di rappresentatività, lealtà, legalità, tolleranza e giustizia diffusa e ben riconoscibile, quella cosa di cui non si vuole nemmeno darci una parvenza tant'è evidente la sua incompatibilità con la civiltà del consumismo e del materialismo, dello sfruttamento di tutto e di tutti, che si vuole imporre a suon di bombe, pubblicità e governi fantoccio.

Cercherò di limitare le mie considerazioni all'Italia anche se, lo sappiamo, esiste la globalizzazione; sono convinto che non si possa aiutare il prossimo se non si è capaci nemmeno di gestire se stessi. Non è il mio quindi sciovinismo, neppure all'incontrario.
Voglio con questo libro aprire una breccia nel castello di storielle verosimili che mantiene in piedi una sostanziale dittatura di pochi Grandi Vecchi, con la complicità di una formidabile struttura mediatica e la collaborazione di congregazioni di opportunisti associati sotto i labari dei vari partiti. Inutile pigliarsela con loro. Li descriverò minuziosamente al solo scopo di dimostrare che questo sistema non è affatto democratico e così com'è architettato non potrà mai cambiare.
Questo trust fiduciario ha annullato la sovranità del popolo e trasformato la nostra Costituzione in qualcosa che ormai potrebbe essere stampata su carta crespa in rotolo, la nostra informazione in tabloid pubblicitari i giornalisti in cicisbei, gli editori in tipografi.
Il primo articolo della nostra Costituzione dice: “l'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo..........”

I fatti sembrano provare che l'Italia sia basata sul lavoro precario, meglio se degli extracomunitari, la disoccupazione, la raccomandazione, il familismo, le lobbies, la mafia, le bugie, le omissioni, il corporativismo, i segreti di Stato e solo Dio sa cos'altro.... a meno che tu non sia di questo o quel partito, uno qualunque, oppure prenda ogni mattina la comunione; in entrambi i casi le cose cambiano radicalmente.
Cercherò di dimostrare che la carenza di democrazia in Italia è arrivata ad un punto molto grave.

Sosterrò in questo libro che da questo vizioso garbuglio si può uscire pacificamente e con la sola forza della ragione; basterà spegnere la TV e ricominciare a guardare la realtà invece che la fiction, a parlare di politica e non solo ascoltarla eppoi alzare lo sguardo e ciascuno allargare i propri orizzonti. Se avete palle la TV buttatela nel cassonetto ed il tempo che eravate abituati a sprecare davanti a lei dedicatelo a qualche visita all'osteria.
Qualunque ubricacone vi dirà cose più interessanti di chiunque abbia superato l'esame di benpensantismo per mostrarsi in TV nei panni di giornalista o di libero opinionista oggi.
Siccome “vino veritas” almeno quel rubicondo signore non vi dirà bugie.
Questo libro vuole essere un tentativo di coniugare l'acqua e l'olio, gli ideali con i fatti, i salotti con le fabbriche e dimostrare che questa cosa si può fare a patto di volerlo. Il nemico dell'umile non è l'ambizioso così come il nemico dell'ambizioso non è l'umile; entrambi sono necessari. Il nemico di entrambi è chi si mette in mezzo - o ci è messo da altri - per mediare se lo fa a suo unico vantaggio. In tal caso saprà trovare sempre nuovi motivi di attrito fra le parti in confronto.

Ci raccontano che volere è potere. Quindi chi diventa imprenditore è uno che voleva fare così. Allora anche chi diventa operaio voleva così. Non c'è quindi alcuna ragione pregiudiziale affinché gli uni considerino gli altri dei meri costi e gli altri considerino gli uni degli sfruttatori, a meno di casi aberranti, da trattarsi come eccezioni.
C'è un cosa che accomuna tutti gli uomini, di qualunque censo, mestiere ed ambizione.
Essa è: “Nessuno prova piacere a farsi prendere per il culo” nemmeno i finocchi più incalliti. 

Questa pseudo democrazia piglia per il culo quasi tutti.

TRATTO DA "La democrazia dei grandi vecchi" - (Libro in cerca di Editore)  
di Giuseppe D'Agostinis

2 commenti:

  1. Io direi che la nostra pseudodemocrazia e solo una dittatura mascherata da democrazia, dove i cittadini sono solo bestie da sfruttare e da eliminare quando non servono più, i diritti umani in Italia sono solo una favola, provate a chiedere un visto di turismo in Italia, anche se il cittadino Italiano ottempera tutti i requisiti, viene sistematicamente negato senza dovere giustificare il diniego, MI VERGOGNO DI ESSERE iTALIANO

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  2. Tanto per la cronaca, il commento precedente è mio, chi lo desidera può scrivemi una emai per dettagli, il mio indirizzo E-mail è phantomas@tin.it, sarò lieto di rispondere

    phantomas

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