giovedì 11 luglio 2013

LA SOVRAPPOPOLAZIONE? UN MITO



"Siamo troppi, il pianeta non più in grado di nutrire tutti, servono gli OGM"... Non è vero. Non è vero che si muore di fame e malattie perché mancano risorse materiali. E, a dirla tutta, il problema non si risolve con certi "aiuti". Lo certificano i dati ufficiali della massima agenzia mondiale sul tema, la FAO, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, che ha sede a Roma.
La superficie agricola arabile già a disposizione sul nostro pianeta (4,1 miliardi di ettari) cioè terreni sufficientemente fertili e dotati di buone precipitazioni, potrebbe permettere ad ogni essere umano di mangiare cibo per almeno 5.000 calorie al giorno: circa 8 piatti di pasta e fagioli, per intenderci. Un piatto essenziale e senza pretese, ma ricco di nutrienti essenziali per la nostra dieta: carboidrati e proteine. Di terra coltivata ce n'è già talmente tanta che basta per dare anche la possibilità ad ogni persona di vestirsi con circa 3,5 kg di fibre tessili all'anno e di alloggiare in case igienicamente sicure fatte di legno da costruzioni. Anzi, a fare bene i calcoli, si potrebbe addirittura rimboschirne una grossa parte, sempre a livello mondiale, pari ad oltre 30 volte la superficie dell'intera Italia.
Sono cifre apparentemente incredibili che in realtà si ottengono facilmente incrociando i dati ufficiali della FAO. Questi dati smentiscono clamorosamente (e forse è proprio per questo che non vengono mai tirati fuori) tutti i luoghi comuni che girano intorno alla più grande, vergognosa e scandalosa questione che interessa l'umanità: la povertà.
La stessa FAO, ancora una volta, nel suo annuale rapporto per il 2013, ha confermato che circa 868 milioni di persone al mondo soffrono direttamente la fame e la denutrizione, mentre sono 2 miliardi quelle che hanno problemi di carenze alimentari; a livello mondiale il 26% dei bambini sono maltrutiti e a malapena sopravvivono senza indumenti e in alloggi igienicamente non sicuri. Dall'altra parte ci sono 1,4 miliardi di persone in sovrappeso e circa 500 milioni sono obesi. Questi due estremi sono inscindibilmente collegati tra di loro perché è sempre la FAO a dichiarare in altri documenti (nessuno tradotto in italiano) che solo per i cereali la produzione attesa quest'anno è di 2,46 miliardi di tonnellate; cioè quanto basta per alimentare il doppio della popolazione mondiale attuale, con circa mezzo chilo giornaliero di farina, riso o avena. In questo calcolo è inclusa anche la perdita di resa nel passaggio dalle granaglie al prodotto finito. E se a questa cifra si aggiungono le produzioni di zucchero, latte, uova, frutta, verdura e olii vegetali, cioè per avere una dieta ben diversificata, si arriva alla conclusione che ogni bambino, anziano, extra-comunitario o rifugiato politico che sia, potenzialmente oggi avrebbe a disposizione più del doppio del cibo di cui avrebbe bisogno per nutrirsi bene quotidianamente.
Alla luce di questi dati dunque tutti i tormentoni che siamo abituati ad ascoltare da economisti e super-esperti vari sono palesemente falsi: è falso l'argomento che gli OGM servirebbero ad incrementare la produzione e risolvere il problema della fame; è falso il problema dell'esplosione demografica sul nostro pianeta dal punto di vista alimentare; è parimenti falso il problema che destinare una parte delle attuali superfici coltivate a produzioni agricole non alimentari (olii carburanti e lubrificanti, biomasse, plastiche biodegradabili, ecc.) sottrarrebbe terreno all'alimentazione umana: è infine falso il problema che l'ulteriore deforestazione in corso a livello globale serve ad ottenere altri terreni agricoli. La scusa della carenza di cibo non regge più.
Il problema non sta nella quantità, ma nell'accesso a quel cibo e soprattutto in chi lo controlla. Non a caso e intenzionalmente abbiamo lasciato a parte i calcoli sulle produzioni di carne (in parte anche di pesce) e quelli relativi agli enormi sprechi legati ai processi di commercializzazione e ai nostri stili di vita: sono l'altra faccia della stessa medaglia. La principale causa della diseguaglianza all'accesso del cibo e della povertà sta nel fatto che buona parte dei cereali, prodotti a livello mondiale, viene impiegata per produrre carne (da poco tempo e in piccola parte anche pesce in ambienti marini confinati). Grosso modo, cioè senza specificarne quali, occorrono 7 proteine vegetali per produrne una animale. A livello mondiale, nel 2013 è attesa una produzione di 308 miliardi di kg di carne.
Poi dobbiamo sapere che più di un terzo delle produzioni agricole mondiali viene buttato via in due ben distinte fasi: la prima è quella della preparazione e del confezionamento (la famosa patata con troppe gobbe o non perfettamente liscia, pere e pesche ammaccate, il riso stoccato male, ecc.) La seconda è quella su cui ognuno di noi deve mettersi la mano sulla coscienza: si tratta del cibo che quasi quotidianamente buttiamo nella spazzatura.
Ma l'altra grande questione, altrettanto grave, è quella legata ai cosiddetti aiuti umanitari. Sempre la FAO, nel rapporto 2013, ci informa che circa un terzo di tali aiuti viene speso dai paesi donatori all'interno dei propri confini. Vale a dire che con la fame altrui molti ci mangiano: non è un caso se per sostenere la povertà a livello globale, i cosiddetti aiuti -spiega l'agenzia alimentare dell'ONU- costano circa 800 dollari ad ogni abitante del pianeta. Anche per tali motivi è meglio che di queste cifre non si parli troppo in giro.


Roberto Lessio

FONTE: Acqua e sapone



2 commenti:

  1. lo diceva gia' anni fa Ziegler ma chiaro, non era interessante ascoltarlo

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  2. " Il problema non è tanto o solo la crescita demografica in sè , ma è l'attuale modello di sviluppo che è del tutto instostenibile e che sta distruggendo l'ambiente e gli equilibri ecologici .

    Sarebbe troppo facile dare la colpa di tutto questo a tutti gli esser umani indistintamente e non menzionare per esempio il ruolo delle multinazionali e dei poteri economici in generale .
    Infatti , dalla metà del XX secolo in poi , il potere delle corporations si è fatto praticamente assoluto e onnipresente , ed è stata avviata una gigantesca campagna propagandistica ( la pubblicità commerciale con cui siamo " bombardati " ogni giorno ) per giustificare e imporre lo stile di vita consumista in Occidente , e oggi sempre di più nel mondo intero . " http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/02/la-sovrappopolazione-mondiale-tra-mito.html

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